E’ una delle escursioni più semplici, ma anche più incantevoli tra quelle offerte dal territorio di Dorgali, comune che si segnala per il rispetto e la salvaguardia dei suoi eccezionali valori ambientali, oltre che per un contenuto e (finora) intelligente sviluppo edilizio. Di modesto impegno fisico, nonostante la discreta lunghezza (oltre 10 km l’andata ed il ritorno, per un tempo complessivo di percorrenza di circa 6 ore), su sentiero per lo più agevole, ben tracciato e privo di diramazioni che possano compromettere l’orientamento, questa escursione riserva imprevisti ed affascinanti scorci paesaggistici sulle aspre montagne di calcare mesozoico che dagli altopiani del Supramonte degradano di oltre 1000 metri nelle acque del Golfo di Orosei. Il sentiero ha inizio al termine della strada litoranea che da Cala Gonone conduce a Cala Fuili. Dopo una ripida, ma sicura discesa sul fondo della Codula Fuili – presa nel suo tratto finale, in prossimità dello sbocco a mare nella omonima caletta – risaliamo con forte dislivello, inerpicandoci sulla boscosa parete opposta della stessa codula. Una traccia sempre segnalata e piuttosto praticabile, anche se strettamente delimitata dal rigogliosissimo bosco di essenze mediterranee, si snoda attraverso il terrazzamento calcareo di Toddeitto. Questo si presenta come un pianoro ingombro di vegetazione (nettamente individuabile anche dalla cima del monte Tului), leggermente inclinato e di altitudine compresa all’incirca tra i 50/150 metri sul livello del mare; in posizione mediana tra il settore più ripido della montagna dorgalese e le superbe falesie che precipitano sul Golfo di Orosei. In più punti, sempre con contenuti dislivelli per l’escursionista, il sentiero attraversa le numerose gole e codule minori che solcano questo basamento calcareo per poi affacciarsi improvvise sul mare. Tra queste ricordiamo, per la lussureggiante bellezza della sua flora, la codula che si apre poi sul golfo col nome di Oddoana. La foresta dorgalese merita un apprezzamento particolare per la compattezza, l’integrità e, in generale, l’eccellente stato di conservazione che la caratterizza. Alle vaste leccete, che arrivano a lambire il nostro percorso, spingendosi in più punti fino al mare, si uniscono, in un in tumultuoso e profumatissimo groviglio, ginepri, lentischi, terebinti, rosmarini, olivastri selvatici, e, in prossimità delle scogliere, splendide fioriture di euforbia. Sullo sfondo di questo ambiente ancora intatto, da più punti abbiamo intravisto, in direzione nord, l’abitato di Cala Gonone sovrastato dalle quinte dei monti Bardia e Irveri, e, più a sud, l’intero arco del Golfo di Orosei, con le creste della Serra Ovara, la Punta Plumare, la discesa a mare del Bacu Goloritzè, le falesie di Capo Monte Santo.
Il sentiero si avvicina infine maggiormente alla costa, e nel suo tratto finale, prima dell’ultima ripida discesa, permette nuove vedute panoramiche: il tortuoso sviluppo conclusivo della Codula di Luna, delimitato a sud dalle altissime e precipiti pareti del Supramonte di Baunei, e il candido arenile di Cala Luna, aperto su un mare cristallino e chiuso dal retrostante boschetto di oleandri. E’ questa la meta della nostra escursione ed anche la sede di una indispensabile pausa ristoratrice. Il rientro lo affrontiamo sullo stesso tracciato, percorso nel senso opposto. Degno di nota, in chiusura della bella scarpinata, è l’avvistamento del nuraghe di Toddeitto sulle alture che dominano la Codula Fuili; la torre emerge in lontananza dal folto della vegetazione, e appare sicuramente più visibile in questo senso di percorrenza. Rientrati alla piazzuola di partenza ammiriamo, infine, l’imbrunire del giorno sulle vastissime foreste di Ghivine-Suttaterra e su tutta la costa orientale.
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